Sora Margherita Al Borghetto in Roma

La cacio e pepe non mi è piaciuta tanto ma nel complesso il ristorante merita. Anche il vino sfuso era buono: indicatore di una buona qualità complessiva.

Servizio di una scortesia esagerata, che peraltro si fanno anche ben pagare nel conto.Prezzi alti rispetto alla qualità dei piatti, mediamente buoni; scarsa scelta di pietanze e di vini; gazebo in plastica, spazio risicato, tavolo e sedie scomodi.Nota a favore: un carciofo alla giudia eccellente.

Gentilezza, cordialità ed efficienza. Siamo andati per festeggiare la festa del papà. Eravamo a pranzo al "primo turno", cosa che non ti dà tranquillità: pensi infatti alla pressione di dover lasciare il tavolo, invece è stata un esperienza fantastica. I piatti sono arrivati veloci, pero niente, e dico niente, ha sofferto pressappochismo. Ogni cosa era ottima: sono bravissimi nella pasta fatta in casa, sanno infatti come fare tenere il dente ad una pasta fresca, bravi veramente. Un piccolo neo però ce l'hanno: infatti non è noto che la loro torta ricotta e visciole sia spaziale. Lo scopri a fine pasto, quando ormai sei già satollo, e un'altra fetta non ci sta; però sai dove stanno e questo ti consola. Il vino della casa è ottimo ed accompagna un ambiente da osteria romana, si potrebbe dire che chiude il quadro.

Il Ristorante Sora Margherita si trova nel cuore del Ghetto Ebraico di Roma. Come tutti i ristoranti del centro, sono accomunati dalla difficoltà di trovare parcheggio. Rispetto agli altri ristoranti situati sulla via del portico di Ottavia, questo ristorante sorge in una piazza un po' più defilata e senza troppa folla di gente intorno. Sconta però il fatto di trovarsi su una via dove transitano auto sempre in cerca di parcheggio.Il Ristorante ha sia uno spazio interno che esterno, entrambi con una dozzina di tavoli, quindi consiglio vivamente di prenotare. Si fanno due turni sia x pranzo che x cena. I camerieri sono molto organizzati ed attenti e proprio per assicurare un turn over dei tavoli anche molto veloci e sbrigativi. All'interno è decorato con poster vintage, l'esterno gode a pranzo di una posizione soleggiata, motivo per cui abbiamo scelto questo ristorante piuttosto che altri.I piatti sono tipici della tradizione romano/giudaica. Come antipasti consiglio i carciofi, sia alla giudia che alla romana, puntarelle ed anche se non presenti nel Menù, ho letto recensioni di apprezzamento per i filetti di baccalà fritto. Per i primi questo ristorante è famoso per le fettuccine fatte in casa. Proprio leggendo le altre recensioni abbiamo scelto le fettuccine cacio, pepe e ricotta. Attenzione perché a me ha fatto male la ricotta, non perché non buona, ma il mix cacio-pepe-ricotta-vino-sole mi ha disturbato (botta di pancia). Tra i secondi immancabili le polpette al sugo con cicoria ripassata. Menzione particolare per il pane, molto buono, ottimo per la scarpetta. Anche i dolci sono tutti buoni. Per il vino non ci siamo fidati di quello della casa ed abbiamo preso un syraj di 28 euro. Buono, ma conservato male, infatti è arrivato a tavola leggermente caldo. Forse la bottiglia era in cucina vicino al motore di qualche frigorifero. I prezzi leggermente alti se si pensa ad una trattoria romana (tovaglie di carta, non ti cambiano la forchetta tra un pasto e l'altro, sedie pieghevoli di legno) ma le porzioni sono abbondanti e buone.Il bagno all'interno è piccolo, ma pulito e fornito di sapone, carta igieniche e fazzoletti per le mani. Ho fatto delle foto perché ho letto recensioni cattive non giustificate.Una nota di attenzione: andando a pagare, sulla porta di ingresso sulla sinistra, ho notato una foto in bianco e nero: ritraeva la fondatrice d ristorante la Sora Margherita con l'ex presidente della Roma Sensi e della Lazio Cragnotti che mangiavano un carciofo fritti prima di un derby. Era l'anno 2000. Applausi.Oggi il ristorante è gestito non più dalla Sora Margherita, ma dal figlio di una sua amica che abitano nel ghetto ebraico di fronte al ristorante.

Il miglior carciofo alla giudia di Roma, per me. Ottimi gli agnolotti, ma anche la bistecca ai ferri. Da provare assolutamente le polpette e la torta ricotta e visciole. Ambiente familiare e tipicamente romano, adorabile. Mangiare qui è un'esperienza.

Piccolo locale molto caratteristico con cucina casalinga molto buona. Abbaccio delizioso. Una favola la torta alla ricotta e visiole. Da provare.Cordialità e carattere verace romano del proprietario.Prezzo un tantino alto, ma in linea con il luogo e la bontà del cibo.Meglio prenotare.

Ambiente molto caldo, ma un po' piccolo. Cucina locale con menù a km 0. Da provare le specialità romane come la pajata o la trippa. Buonissimi i dessert, in particolare la ricotta con cioccolato fondente fuso e Grand Marnier. Prenotazione consigliata.

Trattoria tipica romana situata nel ghetto. Eravamo in quattro e chiamando alle 19:30 fortunatamente abbiamo trovato subito un tavolo per le 20. Il posto all’interno è molto piccolo, presenta circa una decina di tavoli, ma vi è anche la possibilità di mangiare fuori. Molto interessante le fettuccine cacio e pepe, probabilmente fatte in casa, molto buone. Consigliate le polpette al sugo. In generale i piatti sono moderatamente abbondanti, anche se il prezzo è leggermente alto. Tuttavia, molto consigliato.

Trattoria molto piccola e poco spazio tra i tavoli. Piatti tipici romani senza grande onore. Prezzi cari, non da trattoria. PreZzo minimo 7€, sia per contorni (carciofo e puntarelle) che dolci. Si trova di meglio.

Cliente soddisfatto da tanti anni. Anche questa volta sono riuscito (grazie a Sora Margherita), a far vivere l'esperienza della cucina Roma di una volta, ad amici venuti da lontano. Grazie.